Scream Queens, un’ode alla scorrettezza

Scream Queens, la serie tv creata da Ryan Murphy, non si guarda di certo per il suo intreccio narrativo.
Non è di certo il capolavoro della serialità, né ha fatto il boom di ascolti che ci si aspetterebbe dal creatore di Glee e American Horror Story.

Più semplicemente, Scream Queens è una serie che non è stata capita a fondo dal suo pubblico.
L’idea era quella di creare uno show comico che fosse una parodia dei più classici cult movie dell’orrore.
Purtroppo ha avuto poco seguito e a considerarla fantastica siamo rimasti solo io e altri quattro.
Ma Scream Queens è davvero geniale, dico sul serio, ed è tutto quello di cui hai bisogno dopo una lunga giornata nel 2021, accerchiato dalla generazione Z che dialoga con asterischi e ti fa sentire frustato (frustat*) ogni volta che apri la bocca.

scream queens and red devil

La gente si lamenta che le confraternite sono esclusive, un sistema classista. 
Beh, sorpresa, la vita è un sistema classista e le confraternite sono gli unici posti al mondo dove si può ancora scegliere di chi circondarsi.
Quell’esemplare obeso di rifiuto umano che toglie vomito di bulimica dal tappeto è la signora Bean, la chiamo “Prissy Bianca” perché è scema come la schiava di Via col Vento.

Chanel Oberlin

In una battuta Emma Roberts le piglia tutte: classismo, razzismo, body-shaming, disturbi alimentari e perché no, sessismo.
Ed ecco perché funziona. Chanel Oberlin non è altro che la caratterizzazione estrema della mean girl, una bionda stupida e cattiva, una macchietta che finisce col suscitare ilarità per le situazioni grottesche nelle quali è coinvolta.
E forse è proprio grottesco, la parola chiave. 
Scream Queens non è trash, come molti potrebbero pensare, è una serie camp, che fa un uso smoderato dell’eccentricità e della stravaganza, portando al limite del surreale la storia.
Nella serie, oltre a un linguaggio frenetico e senza controllo, si fa uso delle più svariate citazioni cinematografiche, come quella su Psycho che vede protagonista un altro grande personaggio della serie, se non il migliore di tutti, Jamie Lee Curtis, nelle vesti del decano Munsch. 

Jamie Lee Curtis è chiaramente un’attrice di altissimo livello, versatile, che parte dal genere horror firmando tutta la saga di Halloween e si destreggia altrettanto bene, proprio come suo padre, nel comico, in Una poltrona per due.
Per chi non lo sapesse, questo pilastro di attrice, nasce dall’unione di altri due grandissimi attori della storia del cinema: papà Tony Curtis, divo holliwoodiano degli anni  ’50 e ’60, famoso – tra le altre – per essere stato coprotagonista in A qualcuno piace caldo con Marilyn Monroe, e mamma Janet Leigh, la bionda hitchockiana di Psycho.

È comprensibile quindi che da fan sfegatata di Hitchcock quale sono, mi sia letteralmente messa ad urlare di gioia quando ho visto Jamie Lee Curtis rifare la scena di Psycho in una serie dissacrante come Scream Queens. Ma questo non è stato l’unico dettaglio a catturare il mio cuore.

scream queens psycho decano Munsch

Se il femminismo pretendeva uguale trattamento per le donne, e il nuovo femminismo diceva che uomini e donne hanno diversità di ruoli ma sono complementari, allora credo che potremmo riassumere il nuovo nuovo femminismo in quattro semplici parole. Le donne sono… Migliori! 
In fondo le prove sono davanti ai nostri occhi! Se pensate a tutta la storia dell’umanità, aggiungendo le guerre, i genocidi, tutte le oppressioni, la violenza, lo sfruttamento, la decadenza dello spirito umano, tutte queste cose, che hanno in comune? Gli uomini! 
Allora magari, dico, magari, non sono solo posti come la Wallace University a stare meglio con una donna al comando, forse staremo tutti meglio se una donna comandasse in tutto il mondo! Esatto!

Decano Cathy Munsch

Attenzione!
Nella serie i valori del femminismo, e di tutto ciò che è “politicamente corretto” sono indubbi.
Ma si usano spesso battute come questa per portare a galla la parte tossica dell’estremismo dei valori. Ridiamo perché sappiamo che esiste, perché si sa che è sbagliato, ma va benissimo così perché in un contesto comico di parodia come quello in cui ci troviamo, questa sorta di black humor è concessa. Perché è palpabile la finzione e lo scherno dietro la sceneggiatura.
Ecco un ottimo motivo per recuperare questa serie del 2015 immediatamente, disponibile su Disney+. (Cosa che trovo altamente ironica ma ok).
Forse non avrà lo scopo di smuovere coscienze o a farvi smettere di utilizzare l’asterisco per cancellare il genere di una parola, però, magari, vi aiuterà a ridimensionare ciò che è lecito nel politicamente corretto e a identificare quello che è invece un estremismo.

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Una replica a “Scream Queens, un’ode alla scorrettezza”

  1. […] Hai già letto la mia recensione su Scream Queens di Ryan Murphy? La trovi qui! […]

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